domenica 13 novembre 2022
Sul ritratto esistono procedure di riproduzione tecnicamente molto avanzate e codificate.
Ottimi professionisti che riescono in pochissimo tempo e con griglie o proiezioni digitali (notturne) ad ingrandire un'immagine anche di 100 volte.
Se la misura è ancora umanamente accettabile, dal mio punto di vista, attraverso schemi e una buona osservazione è possibile fare anche un altro tipo di operazione: non una copia iper-realista (per quello è possibile affidarsi ad una buona stampa digitale da una foto) ma un'elaborazione manuale che in se e per se possa anche contemplare piccole interpretazioni o rielaborazioni.
Non errori di proporzioni o deragliamenti della somiglianza ma l'inclusione nel disegno o nella pittura di quelle piccole imperfezioni o caratterizzazioni espressive che rendono un'opera visiva ancora a se stante rispetto ad un' I.A. o ad un procedimento meccanico che non sbaglia una virgola.
Si tratta della stanchezza fisica, di quello che ha imparato l'operatore ( non voglio chiamarlo stile) o anche disimparato nella sua carriera; di un valore aggiunto che un freddo e distaccato processo tecnico non può tenere in considerazione.
Se i soggetti, poi , sono Falcone e Borsellino, ogni segno o stesura di colore, fa i conti con il tuo vissuto personale; con il tuo concetto di legalità e resilienza a quello che nella vita hai deciso di tenere a debita distanza.
Questo è quello che è stato fatto nell'aula Bunker di Palermo per la chiusura del Trentennale delle commemorazioni delle stragi di Capaci e Via D'Amelio.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento