martedì 3 settembre 2024

Barcelona-Sagrada Familia-1995

Una vita fa. Quasi trent'anni. Fa un certo effetto. Quando hai ventidue anni e intraprendi i primi viaggi fuori dal nido familiare e ogni giorno è una costruzione articolata per la vita. A seguire alcune pagine del mio ingenuo diario di allora. Pieno zeppo di considerazioni a tratti convenzionali ma perfettamente in linea con quel ragazzo che ero. Con mia grande sorpresa ho ritrovato il ticket di ingresso di quello che allora era il cantiere della cattedrale catalana di Gaudì. Una porzione che comprendeva la facciata originale dei primi del novecento, di uno dei due lati del transetto e la più recente porzione degli anni '70. Il resto che oggi è visibile in tutta la sua magnificenza, prima era inesistente.
I disegni che realizzai sul posto, quelli non li reputo ingenui. Perchè se per altre cose ero acerbo, nel disegno non mi sono mai accontentato di un segno canonico e realistico. Queste chine, sono il frutto di una vorace analisi e rielaborazione della Secessione viennese, di klimt e Schiele e tanto di quello che mi tormentava da ragazzo. Nel segno quasi a linea chiara un esplicito e dichiarato amore per la nona arte: Moebius in particolare. Sono una delle più belle esperienze di maturazione artistica che ho fatto in viaggio. Non avevamo molto denaro e l'aver scelto tra un pasto e il biglietto d'ingresso alla cattedrale, la dice lunga su che tipo di ragazzi eravamo nella metà degli anni '90. Non mi sono mai pentito di quella scelta.
Alcuni di questi li finivo di elaborare quando ci recavamo in ostello, dove dormivamo quelle poche ore a notte.
E poi la scrittura. Come ho detto a tratti un pò scontata ma sicuramente aperta a quel vorticoso abbracciare le esperienze nuove e il voler registrare quelle strane emozioni che facilmente si possono ricondurre al concetto di libertà. A seguire un esempio di quella sensazione provata in cima ad una delle torri , dopo un estenuante percorso di gradini a chiocciola che sembravano non finire mai. Tornato sul posto e con Lia, nel 2006, il poter arrivare in quel punto era assolutamente vietato. "Ricordo...ricordo la vertigine suprema balenarmi addosso, come ventate di raffiche in circolo passanti dai tre soli. Ricordo il rimpicciolirsi delle visioni e il poggiare stanco della membra delle mie mani sulla pietra dura, bugnata, ruvida e umida dal vento... Ricordo la pace suprema della mia vista non più annebbiata dal fumo imperante, ma limpida come la trasparenza del cielo...e ricordo infine la sazietà di uno stomaco digiuno sopraffatto da mille e più odori, sapori riconoscibili..." 19 Settembre 1995
E' importante aggiungere che questo viaggio è stato bello anche per le persone che erano con me, gli amici di allora e di oggi che ti spronano a metterti in discussione e ad uscire dal guscio. Insieme ci eravamo prodigati, qualche mese prima a trovare i fondi di quel viaggio, facendo i ritrattisti e caricaturisti da strada, in quel di San Vito Lo Capo, vicino Trapani.
Io ero un ragazzo pieno di incertezze e insicurezze, forse un pò come sono adesso ma in egual proporzione anche sicuro di quello che desideravo di più al mondo: scoprire la bellezza che mi circonda, farne tesoro e nei limiti del possibile, cercare di trattenerla in delle forme di linguaggio, visivo più che verbale che mi davano totale appagamento.

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