giovedì 18 settembre 2014

Novi Sad- Ashes to ashes: Preludio

Quella mattina si cominciava ad abituare il corpo al rodaggio dei lungi percorsi...
Qualcosa sembrava indicarmi una strada da seguire; un percorso diverso da quello precedentemente utilizzato, il giorno prima.
Su di una panchina vicino al Danubio ho scritto e disegnato qualcosa...


Uno squarcio del castello di Petrovaradin, dall'altra parte del fiume.
Il giorno prima nessun proposito a visitarlo.

Motivato da una buona dose di serenità cominciavo a scattare alcune foto in bianco  e nero.
Non credo di avere un buon occhio veloce per immediati scatti e simultaneamente catturare buone inquadrature. Ma quella mattina con calma e in maniera del tutto casuale e del tutto evocativa sono riuscito a documentare quello che provavo...








Senza nessuna remora ho voluto attraversare uno dei ponti ricostruiti dopo i bombardamenti del '99 e quasi percependo tutto il dolore della gente che vi è morta durante il crollo o le disperate traversate, ho voluto partecipare ad un lutto...

Non potevo ancora immaginare quello che mi aspettava dopo...oltre il fiume...



Come in molte altre città, quel velo del lutto del recente passato che accomuna a distanze diverse e vi fa trovare una serenità consapevole...quasi accogliente..



A quella stazione con l'insegna dei cervi, prima del Museo immerso nel verde e pregno dell'odore dell'erba appena tagliata, la telefonata di Lia...

E li ho capito che niente capita per caso; il mio trovarmi così lontano, l'aver sentito un preludio di morte e l'aver disegnato prima della partenza la breve storia di Predrag, Ashes to ashes che tradotto vuol dire cenere alla cenere... e gli occhiali di scorta risalenti agli anni settanta, gli anni della mia nascita e appartenuti a mia madre!
Nella storia in bianco e nero una donna in là con gli anni, attraversa il Ponte Latino di Sarajevo...


Si ferma e si sporge per un attimo verso l'acqua a guardare lontano...


Saluta forse qualcuno che non vedrà più, il suo passato, la guerra, nessuno può saperlo, io sul ponte di Novi Sad quella mattina funesta, ho salutato per sempre mia madre!

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