mercoledì 28 agosto 2019

domenica 25 agosto 2019

sabato 17 agosto 2019

"LINEA ROSA"-corto

Per ammazzare l'attesa in questo ferragosto aeroportuale, ho realizzato un corto di due pagine di Rosa. Il titolo è "Linea Rosa", penna Bic su Moleskine

venerdì 16 agosto 2019

STONEHENGE!

Da Victoria Station a Salinsbury, con il pulmann, più o meno 3 ore e passa di viaggio. Solitamente in queste occasioni Lia e Sofia sono vicine di posto mentre per me capita sempre un sedile adiacente (laterale o posteriore) vicino il finestrino. Piove. E' capitato spesso in queste giornate londinesi che il tempo non fosse buono ma per poco. Per cui anche per questa lunga escursione volevo mantenermi speranzoso. Come in tanti altri simili spostamenti cerco di divorare tutto a livello visivo. Osservo, analizzo e studio più dettagli possibili, in merito alla ripartizione urbanistica che collega il centro alle periferie; come è organizzato l'afflusso pedonale in modo pratico ed efficiente e come trovo semplice il rendere gradevole anche quartieri apparententemente spogli di attrazioni ma semplicemente belli perchè provvisti di verde. E poi in autostrada. Non larghissime corsie e parecchie curve. Intanto continua a piovere e abbastanza forte a tal punto da non consentire una buona visuale. Mi concentro su come le ragazze affrontano il viaggio e fra letture e giochi al cellulare più o meno sembrano non essere preoccupate dal brutto tempo. Osservo gli altri passeggeri, cerco di memorizzarne le fisionomie, così da mettere a fuoco, insieme ad altri fattori, come rapidamente ritrovare il pulmann che ci avrebbe ricondotto a Londra. Si perchè, sembra strano ma il tempo piovoso sta guastando il mio entusiasmo a tal punto da farmi già pensare al rientro. Nell'attesa rimugino sulla mia ancestrale ignoranza dell'inglese, sul perchè tra tante cose che avrei potuto fare o che potrei fare, non trovi mai il tempo e la voglia di decicarmi all'apprendere questa chiave-lingua universale che ti permette di andare ovunque e senza problemi; di intessere relazioni o poter semplicemente ascolare i discorsi di chi mi sta vicino per far passare più velocemente il tempo. Forse perchè non voglio nulla di tutto questo. Forse mi basta che il tempo si fermi e rimanga a recuperare le energie e la motivazione come in uno stallo perpetuo e probabilmente senza dover scambiare parola con chicchesia. In questi frangenti mi basta l'oriecchiabile musicalità pastosa e calda delle perfette pronuncie di chi è madrelingua.

Superata la porzione periferica di Salinsbury, composta da aziende agricole che concentrano i larghi e bassi edifici su porzioni sterminate di campi ordinati e nei quali, in modo meticoloso sono distribuiti covoni di fieno, arriviamo nel pianoro di Stonehenge. Sulle prime i megaliti non sono visibili, perchè si ci arriva con un lungo e serpentino sentiero in mezzo i campi. Ad accoglierci un largo parcheggio per i pulmann e per le auto e una struttura moderna per la ricezione turistica e la biglietteria. Con Lia già prefiguriamo una visita sotto la pioggia, con gli ombrelli e i cappucci, visto che continua a cascare acqua senza che voglia smettere. La sensazione sembra quella del sabotaggio, come se qualcosa andasse storto, in quelli che hai sempre immaginato come momenti perfetti, senza storture. Va bene il cielo coperto, la mancanza di luce naturale, perfino quella cappa grigia umida e piatta...ma l'acqua e addirittura il vento, no! Mentre mi alzavo dal mio posto a sedere, come un riflesso involontario, penso a mia madre. Sarà che quella cappa di maltempo era uguale all'atmosfera del giorno in cui ricevetti, sempre all'estero, la notizia della sua dipartita...ma in quel preciso momento sentivo che era pronta ad ascoltare la mia preghiera di far cambiare il tempo. E così le chiesi. Senza troppe sovrastrutture e anche in modo ingenuo...: " Mà, fai calmare almeno la pioggia".
Incredibilmente , già mentre si sta percorrendo il sentiero che conduce al cromlech di acqua dal cielo non ne casca più. Rimane una leggera sbrezza di vento che come una carezza mi scompagina i capelli senza che dia fastidio. Mentre procediamo dico a Lia di memorizzare le facce che erano con noi nel pulmann, che per la celere marcia che vuole accorciare le distanze, comincia a disperdersi e miscelarsi insieme ad una notevole folla in posizione indiana. Io mi accodo ad un simpatico e sorridente ragazzone dell'america latina, con berrettino cubano e kefiach attorno al collo che era qualche fila indietro nel pulmann. E poco più distante da noi, in un' indistinta controluce data da una piccola porzione di cielo che comincia a liberarsi dalla piatta e fitta coltre di nuvole ecco apparire i dolmen e i trilite della più strana e affascinante costruzione dell'uomo. Spero che Sofia porti con sè questa difficile memoria, perchè è più che una bambina... Ma sono sicuro che in modo indelebile, questo luogo lasci un segno nella memoria di chiunque; piccoli o grandi che siano. Il percorso che si può fare è un terrapieno perimitrale che dista dalle pietre circa 5-6 metri. Mi sorprende come i visitatori, me compreso, a primo impatto evitino di fare delle foto con lo smartphone. Ognuno in questo momento sente il bisogno di prendere le misure visive di un campo delle percezione straniante, inedito; sicuramente diverso da come si poteva immaginare. Come tutte le opere monumentali, l'impatto destabilizza, anche a distanza, perchè l'effetto visivo che si intuisce, nelle immagini ti fa pensare a delle dimensioni del complesso più grandi. La costruzione invece in termini di grandezze è contenuta e lo acquisisci solo dopo una prima tornata a piedi del lato principale, per intenderci, quello nel quale sono rimasti in piedi i trilite. Pur essendo imponente, non sovrasta lo sguardo e la veduta d'insieme, come se i costruttori del neolitico avessero anticipato i concetti di Le Corbusier e del modulor come unità di misura e la struttura, non occulta il paesaggio naturale. Alla fine cedo e faccio un selfie. Sono cosciente che poco rimarrà di questa esperienza in foto ma meglio una paziale documentazione che niente. Faccio un paio di tentativi ma la stanchezza del mio viso è troppo palpabile. Quello che voglio, invece, è catturare almeno una flebile espressione di soddisfazione. Alla fine ci riesco e immortalo perfino un velo di pace superiore come se stessi oltrepassando la soglia fra la vita e la morte.
Con Lia ci guardiamo con compiaciuta soddisfazione. I chilometri son valsi la pena e l'avere fiducia nell'esplorare siti di tale fascino, anche se il tempo non era dei migliori, è stata pienamente ripagata. Un bel sole, adesso a tratti filtra rischiarando tutto. Il colore della pietra sembra più caldo. Se a distanza ne percepisci la superficie rugosa come se si potesse toccare,la luce riesce ad amalgamare in modo omogeneo i chiaroscuri senza interruzioni. Le coppie degli astanti o i gruppi di amici si soffermano con commossa ammirazione. Qualcosa di sacro si sta vivendo in un moto lento e circolare, come la composizione del cromlech: la comunanza dell'uomo che in tempi remoti, come nei giorni nostri, riesce a creare "forme uniche nella continuità dello spazio" e aggiungerei anche del tempo. Avevo ampiamente studiato il sito prima della partenza e arrivati qui sento di aver azzerato tutte le informazioni in mio possesso, come se l'esperienza visiva primeggiasse sulla conoscenza. Tutti i rimaneggiamenti e i restauri che nei secoli avevano comportato altri interventi di consolidamento, non ne hanno minimamente intaccato il fascino. Da laico, in posti come questo sento che lo spirito e l'anima ti suggeriscono che l'uomo non è solo destinato alla polvere ma a mantenere nel mondo un posto che lo avvicina alla creazione. Lia fa un bellissimo sorriso che immortalo in foto e la sensazione che provo guardandola è che la sua bellezza sia oggi più ricca di una nuova e importante esperienza. Dico a Sofi di ricordare e per sempre questo luogo e portarlo nella memoria come una meta superiore che ha avuto la fortuna di raggiungere. Come tutti noi qui presenti!
Henry Moore ha dedicato a Stonehenge un'intera cartella di litografie. Alcune sono frutto di una suggestiva visita notturna dell'autore.