venerdì 6 marzo 2020

Zibaldone Facebookiano 14 ( ai tempi del Coronavirus)

Essere oppositori politici di un regime totalitario non deve essere facile: rischiare di vedere limitate le libertà individuali per le proprie idee è nobile e sempre più raro. Chissà perché peró, per sparare cazzate razziste e provocatorie, in egual misura, la fibra morale debba cedere sempre come un castello di carte.



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Le attività didattiche in una scuola non riguardano solamente docenti e alunni. Chiunque metta piede in una scuola è un EDUCATORE.
Il personale scolastico che conosco io della mia scuola, ogni giorno, svolge un gran lavoro da un punto di vista umano ed educativo.
Non conosco come è organizzata la mia scuola sugli ATA ma estendendo il discorso a tutta l'Italia, perchè loro devono recarsi nella sede di lavoro?
Il rischio di un possibile contagio non li coinvolge?

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Ho appena visto la cover di una graphic novel su Raffaello...che a mio parere si sta rivoltando nella tomba.
Immagino già le motivazioni: bisogna puntare ad un target giovanile, etc, etc... Si, peccato che quando ho cominciato a leggere fumetti io, sul Giornalino, a cinque anni, vi trovavo autori come D'Antonio, Toppi e Micheluzzi.
Giovanile non vuol dire superficiale, puerile e brutto.

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Già da settembre con le mie classi adottiamo lo strumento della piattaforma virtuale Edmodo. Più che lezioni a distanza, nel mio caso e per l'insegnamento delle discipline grafiche e pittoriche, si può parlare di integrazione delle unità didattiche svolte in classe.
Non si potrà mai sostituire in toto l'interazione diretta fra alunni e docente...poi, forse, chissà, dovremmo abituarci anche a questo.
Staremo a vedere.

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Per quest'incomprensibile cesura della comunicazione della sospensione delle attività didattiche, su scala nazionale, fra palazzo Chigi e gli organi giornalistici, verificatasi oggi intorno alle 14.00, sembrerebbe (sempre dagli stessi organi dei mass media) che le colpe siano da ricondurre alla solita incapacità della politica che non pianifica o programma con competenza, le misure da prendere in una situazione d'emergenza come questa che stiamo vivendo.
Da che ho memoria non si è mai verificato che un Presidente del Consiglio e in questo caso una Ministra della Pubblica Istruzione (e di rimando tutto lo staff di esperti e consulenti scientifici) operassero e decidessero di intervenire PRIMA di un potenziale accrescimento di una crisi, riuscendo con decisione e fermezza a contenere un pericolo che statisticamente e giorno dopo giorno è destinato ad evolversi.
Soprattutto, oggi, nel primo pomeriggio, ho apprezzato il coraggio dell'Azzolina che di petto e con forza, di fronte la solita pletora di giornalisti negava l'informazione della chiusura delle scuole, non ancora ufficialmente approvata che LORO avevano erroneamente diffuso, creando non poca confusione e preoccupazione.
Detto fuori dai denti ad oggi e per il livello d'allarme di questo famigerato virus, non vorrei altre persone, nei ruoli sopra elencati a dover prendere delle decisioni così importanti.
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72 scatole solo per libri, cataloghi d'arte, graphic novel e dvd...Il salone comincia a sembrare un'installazione di Christo.
Adesso posso cominciare ad imballare le mie serie a fumetti .
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Ci si vede Corto!

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Quando registravo musicassette per Lia.


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Oggi ho provato il sapore della cosiddetta paranoia: voler sapere tutto su questa ignara donna bergamasca di 66 anni; cosa ha fatto quella domenica di sfilata carnevalesca della mia città. Ho aspettato finora che si comunicasse qualche informazione in più anche sul marito, a quanto pare anch'egli positivo al secondo tampone per appurare l'infezione...
E i 29 accompagnatori della comitiva dei due, in quarantena in albergo?
Paranoia allo stato puro e paura; chiaramente senza remore o vergogna.
Ma adesso basta: non diventerò schiavo dell'ansia e della preoccupazione. Seguirò le procedure minime di sicurezza e cercherò di reagire a quest'ansia che si respira ovunque: al supermercato, a scuola di mia figlia per ritirare il pagellino, al lavoro al corso serale nel mio Liceo; con quella fatalistica disinvoltura di chi deve usare il raziocinio al momento opportuno e non pensare alle possibili precauzioni che una comunità intelligente dovrebbe poter applicare PRIMA di un possibile focolaio infettivo.
Se disattendi a prepararti al peggio quando tutto va bene e non vuoi rovinarti una giornata spensierata, oggi devi constatare con più consapevolezza che vivi nel quarto paese più infetto al mondo.
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Un paese come la Cina fortemente restio a comunicare preventivamente l'espandersi di un virus letale, anche se si regge su un sistema politico rigido, non potrà mai bloccare la diffusione al resto del pianeta.
Secondo voi, fintanto non c'è l'ufficialità dell'informazione, quali saranno i primi paesi ad essere colpiti?
a) quelli che hanno ottimi controlli a prescindere da qualsiasi allarme sanitario
b) quelli che in maniera sciatta e superficiale in ogni settore e infrastruttura sociale lasciano correre e "campano spicci"...
Per chi non l'avesse capito la mia è una questione retorica.
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Ma sul serio? Adesso la questione in alcuni profili si è spostata dai focolai dell'infezione che sono comparsi prima al nord e poi estesi in Sicilia, alle differenze fra sanità settentrionale e meridionale o alle politiche di accoglienza per i migranti che dall'Africa venivano respinti da Salvini (che è meglio che stia sempre più zitto! )...e che adesso riguardano noi?
Facciamo mente locale che il cardine della nostra estinzione, sono questi ragionamenti.
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Si parla di divergenze fra stato centrale e regioni sulle misure inerenti per es. la chiusura delle scuole oppure sulla virulenza del coronavirus da parte degli scienziati e un giornalista di rainews 24 chiosa: "quando sono troppi i galli che cantano, l'alba tarda ad arrivare"...
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Tutto comincia sempre da un pezzo di cartone pulito e ben squadrato, continua con il lavoro affiatato di un buon gruppo operativo e finisce comunque bene contro qualsiasi avversità naturale...
In bocca al lupo per la sfilata di Domenica!


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Nelle cose che fai un peso determinante ce l'hanno le congiunture. Che siano esse astrali, mistiche, religiose, economiche, etc. non ha alcuna importanza, l'importante è che non si mettano di traverso.
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Al telegiornale i crocieristi bloccati in quarantena per il coronavirus, salutano affacciati dagli alti ponti o dagli oblò della nave, mostrando la loro bandiera di appartenenza.
Ad oggi, credo che nessun sceneggiatore di serie o film horror-catastrofisti e apocalittici ha mai pensato a qualcosa del genere. Se lo ha fatto e a suo discapito sicuramente, non lo ha dilungato nei tempi così tanto da farlo sembrare "normale".
Questa lenta e ordinaria quotidianità del racconto della nostra prossima estinzione è quello che mi spaventa di più, perché assomiglia all'agonia.

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Di recente mi è capitato di dire ad un pittore che nelle sue tele si notava un bel "tratto fumettistico"...
Avete presente lo sguardo di Letta quando ha dovuto consegnare la campanella a Renzi?

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Salvo rarissime eccezioni, pensare che un/a ragazzo/a del Liceo Artistico sia capace di creare già una sua personalissima ricerca estetica è come pretendere che un pulcino possa fare prematuramente un uovo.

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Se prendi alcuni momenti significativi degli ultimi mesi e li valuti singolarmente, pur se belli e importanti non hanno lo stesso valore di quell'unico elemento che li accomuna tutti: il raggiungimento di un obiettivo tosto e difficile della tua vita.
Fase per fase e insieme alla tua famiglia, quello che sembra impossibile, viene sezionato in piccole parti e risolto. 
Progressivamente quello che mai pensavi di poter ottenere, con grande sacrificio e fatica diventa una cosa concreta e non più un'idea solo per pochi. Se poi nel percorso hai la possibilità di incontrare altre persone aldilà dei tuoi cari che non ti ostacolano ma ti supportano e aiutano, allora hai di che sperare ancora nel lato buono e onesto della gente.
E infine se per alcuni è un'esagerazione in termini fare tale discussione per la compravendita di una casa, per me non lo è. Non lo é stato da quando ad Agosto a Londra e abbandonata in un parco, abbiamo avuto il primo segnale: una chiave.



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