martedì 10 dicembre 2013

QUEL CHE FA PAURA- TWD

Difficilmente mi cimento in delle recensioni ma per quanto riguarda l'ultimo volume della zombi saga The Walking Dead, non si può non prendere e scrivere di quella convulsa sensazione di straniamento che si prova nel leggerlo.

Attenzione a seguire SPOILER.

Mi chiedo a cosa si deve l'enorme successo che fa di TWD il fumetto più venduto di tutti i tempi.
Soprattutto a quale struttura narrativa e di storytelling visivo ci si deve avvicinare  per sfondare e abbracciare il successo.
Leggete questo volume, anche da profani dell'intero arco narrativo e scoprirete che l'ansia della paura nel voltare la pagina è quell'ingrediente che vi lega al volume come la carta moschicida.
Dopo averlo fatto e traumaticamente visto Glenn, uno dei personaggi più simpatici e caratteristici morire in un modo inaspettato, provate a chiarire a voi stessi cosa provate.
Io ho assaporato quell' affascinante senso di disorientamento che solo anni e anni fa il n. 25 Morgana della serie Dylan Dog mi aveva comunicato.
Ricordo la paura di non possedere riferimenti strutturali e solide certezze che ti fanno affezionare a uno o più personaggi, una delle caratteristiche di successo dei primi albi di Tiziano Sclavi.
Qui in una dimensione planetaria, rispetto alla serie di successo italiana, si trova la chiave della bravura di un autore che riesce a riportare gli adolescenti alla lettura dei comics.
Tutto il mestiere e l'empatia di Kirkman per quelle storie che hanno già del raccontato e vissuto; di quelle trame incrociate e non apprezzate in un film sbagliato e a basso costo o semplicemente brutto, affiorano con una caratterizzazione che ha del "classico"; della giustapposizione corretta di tutti gli elementi e di nessun eccesso in più che possa annoiare.
Che dire della freccia che uccide Abraham mentre parla di una sua relazione passata.
O della retorica oppressiva di un villan di tutto rispetto come Negan.
Sono convinto che questa serie a fumetti come tutto l'universo narrativo correlato (serie televisiva e altro) dureranno ancora per molto per il semplice coraggio che ci vuole a decostruire e ricomporre una propria opera, proprio quando hai la certezza che funziona e rende al meglio.
Quando cominciai a leggere il primo volume sapevo che il risveglio di Rick, simile per certi versi a quello del protagonista del film 28 giorni dopo, era un nuovo riposizionamento per un storia che ha dell'epico e che non vuoi che finisca mai anche dopo la morte del protagonista.






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