Quadro di grandi dimensioni 120 cm x 100, realizzato prima della crisi globale.
Vorrei esorcizzare quanto accaduto negli ultimi anni a livello economico, nel mondo e in particolare in Europa, facendo un raffronto azzardato (ma non del tutto inappropriato) con il cambiamento di rotta che ha preso il mio lavoro più o meno nel 2007.
-Quanto una condizione generale o semplicemente le persone che ti stanno vicine influenzano quello che fai e i manufatti che produci, giornalmente come salubre pratica quotidiana?-
Questo quadro, debitore dell'influenza dell'Arte Contemporanea e in modo particolare del cinema o delle video-installazioni di Peter Greenaway, -carico di forti simbologie legate al rapporto uomo-donna e al corpo come architettura,- quando è stato fatto aveva una coerenza con due fattori principali: il primo avevo più o meno 26 o 27 anni e il secondo nessuno, né artista o frequentante di mostre, né l'ultimo degli appassionati d'arte che non ha alle spalle un'élite consolidata e riconosciuta, poteva immaginare la drammatica involuzione culturale ed economica che abbiamo vissuto nella seconda metà degli anni dieci(e oltre) nel nostro paese.
Questo quadro che oggi sembro non riconoscere più, è come un figlio straniero di un'altra donna conosciuta in un paese florido e compiacente. Non lo rinnego, come non rinnego tutto quello che ho realizzato prima di "ritornare al fumetto" ma chiaramente oggi non trova spazio nelle mie priorità d'espressione pratica. Andava fatto in quel momento, oggi sarebbe una grande forzatura e uno schiaffo a tutti i sacrifici fatti in casa per far quadrare i conti o per non degenerare nella disperazione che oramai ha colpito tante famiglie come la mia.
L'aver cambiato rotta e aver deciso di raccontare storie o illustrarle e possibilmente "farle circolare meglio" mi fa apprezzare ancora e con l'entusiasmo dei venti anni quello che l'arte visiva (fatta da me o da altri) sa regalare…
Comunicare attraverso le immagini!
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